XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A – MATTEO 16,21-27

In quel tempo 21. Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.

La liturgia di questa domenica ci invita a riflettere sulle esigenze del discepolato.

Gesù si trova a Cesarea di Filippo, territorio pagano per eccellenza. Gesù annuncia ai suoi discepoli che il suo cammino di fedeltà lo porta ad affrontare il rifiuto, la passione, il dolore, la croce, la morte. Mentre ne parla, comunica la sua sofferenza intima per quanto sta per capitargli. Afferma che poi risusciterà.

Tutto questo avverrà a Gerusalemme, città regale. Gesù, come discendente di Davide, deve realizzare proprio a Gerusalemme la sua missione. Per salire sul trono di Davide, deve patire, come successe a Davide stesso, con la differenza che quest’ultimo non subì una morte violenta, mentre Gesù salirà sul trono soffrendo.

In quanto profeta perseguitato (quindi più di Davide), Gesù deve spargere il suo sangue (come il Servo sofferente di Isaia). Realizza in questo modo il suo essere Messia.